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e si accinse a preparare la sua cacciagione pel desinare.

In poco d’ora ebbe ammannita cotesta selvaggia refezione, cui aggiunse alcuni favi di miele di una piccola ape, che fabbrica le sue cellette nel terreno.

Andò al ruscello, bevve alcuni sorsi d’acqua, lavossi le mani, il viso e i piedi, e si dispose a partire. Raccolse le sue armi, passò fra le zampe della tigre il suo lungo arco, che sospese all’omero; e traballando sotto al peso della fiera, che dibatteasi in contorsioni, prese il sentiero per onde si era avviata la cavalcata.

Alcuni momenti appresso, sul luogo di questa scena deserta, dal seno di un denso cespuglio videsi uscir fuori un Indiano interamente nudo, adorno soltanto di un grembiule di penne giallognole.

Gettò all’intorno un’occhiata di spavento, esaminò cautamente il fuoco che ancora ardeva, e gli avanzi della caccia; si gettò a terra tendendo l’orecchio, e rimase per alcun tempo in questa posizione.

Poco dopo si levò, e internossi di nuovo nella foresta, nella medesima direzione in cui l’altro si era messo un po’ prima.