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— Signor Loredano! disse il giovane portando la mano all’impugnatura della spada e raccogliendo le redini.
L’avventuriere fece mostra di non accorgersi di quel gesto di minaccia; e proseguì:
— Perciò il tutto si spiega agevolmente. Riceveste un ordine; fu, senza dubbio, di don Antonio de Mariz?
— Non so chi altri possa arrogarsi il diritto di darmelo; replicò il giovane con alterezza.
— Naturalmente, in forza di quest’ordine, continuò Loredano con cortesia, partiste dal Paquequer in dì feriale, mentre quello designato cadeva in domenica.
— Ah! badaste anche a ciò? chiese il giovane mordendosi le labbra per dispetto.
— Bado a tutto, signor cavaliere; così non lasciai pur di osservare, che sempre in forza di quest’ordine faceste ogni possa per arrivare appunto prima di domenica.
— E non osservaste altro? dimandò Alvaro con voce tremante, e facendo uno sforzo per contenersi.
— Non mi sfuggì neppure un piccolo accidente, di cui già vi parlai.
— E qual è, se vi piace?
— Oh! non vale la fatica di ripeterlo; è cosa di poco conto.
— Proseguite pure, signor Loredano; nulla va perduto fra due persone che s’intendono; replicò Alvaro con una guardatura minacciosa.