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manente dell’abitazione, era formato di due stanzoni o magazzini, che servivano di ricovero agli avventurieri e ai famigliari.
Finalmente, all’estremità del giardinetto, sull’orlo del precipizio, vedeasi una capanna di sapè, sorretta, in luogo di pali, da due palme, unite insieme da un trave; da’ cui lati protendeasi fino a terra la parete in forma di triangolo: un lieve solco impediva alle acque di entrare in questa silvestre abitazione.
Ora che abbiam descritto l’aspetto del luogo, possiamo aprire la ponderosa porta di legno santo, che serve di entrata, e penetrare nell’interno dell’edifizio.
La sala principale, che chiamiamo ordinariamente sala di ricevimento, palesava un certo lusso, che parea impossibile a que’ tempi in un deserto, quale era allora il luogo di cui parliamo. Le pareti e la volta erano bianche, ma all’ingiro del solaio vedevasi una pittura a fresco disegnata a fiori; nell’intervallo delle finestre pendeano due ritratti, che rappresentavano un vecchio fidalgo ed una dama anch’essa attempata.
Sopra la porta del centro era disegnato un blasone in campo di cinque conchiglie d’oro e nere, disposte in croce fra quattro rose d’argento sopra liste. Nello scudo d’argento, orlato di vermiglio, vedeasi un elmo pure d’argento con pennacchio orazzurro, e per insegna un mezzo leone azzurro con una conchiglia d’oro sul capo.