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mente, e fu ricevuto assai bene dal re Filippo II, che, come sapete, ha le unghie molto arrapinate.
— E lo abbindolò come una volpe, qual egli era? interruppe Ruy Soeiro.
— V’ingannate; questa volta la volpe fu vinta dalla bertuccia, la quale volle vedere il coco avanti di pagarlo.
— E allora?
— Allora, disse Loredano sorridendo maliziosamente, il coco era vuoto.
— Sì, amico Ruy, non gli era rimasta che la scorza; e buon per noi che andiamo a goderne la polpa.
— Siete un uomo ben misterioso nel parlare, Loredano!
— Conviene lambiccarsi il cervello, e con tutto ciò non è possibile intendervi.
— Ne ho io colpa, se ignorate la storia del vostro paese?
— Non tutti sono bacellieri come voi, signor Loredano.
— Bene, finiamola una volta; ciò che Roberto Dias pensava offrire in Madrid a Filippo II, amici, sta qui!
E Loredano pronunciando queste parole battè colla mano sopra un sasso, che ci avea da lato.
I due avventurieri guardaronsi senza comprendere, dubitando della ragione del loro compagno.
Ma costui, senza curarsi di quello che pensavano, trasse la spada, e dopo avere scalzata la pietra, cominciò a cavare.