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— A suo tempo: ora voglio contarvi una storiella.

— Una storiella! replicò Ruy Soeiro.

— Da vecchierella? domandò Bento Simoes.

— No, una storiella veridica, come una bolla del nostro santo Padre. Udiste parlar mai di un Roberto Dias?

— Roberto Dias... Ah! sì! un tale di San Salvatore? disse Ruy Soeiro.

— Lo stesso, nè più nè meno.

— Lo vidi or fa circa un anno a San Sebastiano, d’onde poi se ne tornò in Spagna.

— E sapete che cosa andava a fare in Spagna questo degno discendente di Caramurù, amico Bento Simoes? dimandò Loredano.

— Udii vociferare che trattavasi di un tesoro favoloso, che facea conto di offrire a Filippo II, il quale in cambio lo avrebbe fatto marchese e gran fidalgo di sua casa1.

— E il resto non pervenne a vostra notizia?

— No; mai più udii a parlare di questo Roberto Dias.

— Dunque ascoltate. Arrivato a Madrid il buon uomo fece la sua offerta molto pronta

  1. Roberto Dias offrì a Filippo II il secreto di una gran miniera d’argento, scoperta da lui nei deserti della Giacobbina, provincia della Baia; chiedeva in ricambio il titolo di marchese delle Miniere, che non gli fu concesso. Queste miniere, vere o false, non furono mai scoperte [B. da S. Lisboa].