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moré; perchè, se costoro erano fiere, quello poteva essere un serpente nascosto tra i fiori e l’erba.
Perciò dimenticò tutto; e il suo pensiero concentrossi in un’unica idea; udire ciò che quegli uomini dicevano.
Ma per qual mezzo?
Era ciò di cui Pery andava in cerca; avea girato attorno alla macchia applicando l’orecchio, e gli parve che in un luogo il rumore delle voci e del ferro che continuava a cavare, gli giungesse più distinto.
L’Indiano abbassò gli occhi, che brillarono di contento.
Ciò che gli produsse quella gradita impressione, fu un monticello di terra screpolata, che si alzava come un pane di zucchero due palmi dal suolo, ed era coperto di foglie secche.
Era l’entrata di un formicaio1, di una di quelle casuccie sotterranee costrutte da quei piccoli architetti, che a forza di pazienza e di lavoro minano un campo intiero, e formano delle vere catapecchie sotto la superficie del suolo.
Quello scoperto da Pery era stato abbandonato da’ suoi abitatori per causa della pioggia, che era penetrata nel piccolo sotterraneo.
L’Indiano trasse il suo pugnale, e aggiran-
- ↑ Nelle foreste incontransi di frequente di questi scavi sotterranei, opera di una formica, che gl’Indiani chiamarono Taciahy.