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Nell’atto che Pery esaminava da lungi cotesta scena, il cagnolino saltò nel loro mezzo; e respirato appena dal lungo corso, afferrò co’ denti la fascia di penne dell’Indiano più giovane, il quale lo cacciò da lato, facendolo rotolare a quattro passi di distanza.

Avvicinossi di poi all’Indiana, ripetè lo stesso giuoco; e come non fosse per anco ben accolto, saltò sopra il cotone e lo morse: la donna lo prese per il collaretto di frutti che portava al collo, lo scacciò essa pure e acconciò di nuovo le sue falde di cotone; ma erano tinte di sangue.

Esaminò con inquietudine la bestiuola; e non vedendola ferita, gettò gli occhi attorno di sè, e mandò un grido rauco e gutturale; i due Indiani alzarono il capo cercando cogli occhi la causa di quella esclamazione.

Per tutta risposta l’Indiana mostrò il sangue che insozzava l’animale, e con una voce piena di afflizione pronunciò una parola di una lingua ignota, che Pery non intese.

L’Indiano più giovane saltò per la foresta come un capriolo, dietro al cagnolino che gli serviva di guida; il vecchio e la donna gli tennero da presso.

Pery comprese perfettamente quello che accadeva, e seguitò il suo cammino, pensando che i coloni già sarebbero a quell’ora abbastanza lontani dai selvaggi.

Questo era quanto l’Indiano avea veduto;

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