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— XII —

vario pelo, forma e natura, che si conducono in giro nelle gabbie per diletto dei curiosi. Certo io non ho alcuna ripugnanza a immaginare un onesto operaio sul fare di Renzo, una fanciulla discreta e modesta come Lucia, un benefattore come Federico, un prepotente come don Rodrigo o Luchino, ed anzi non pochi riscontri mi occorrono tuttodì di simili persone nel vivere ordinario; ma una copia di quei tanti tipi fantastici, onde s’illustrano specialmente molti romanzi francesi, io non saprei a vero dire dove pescarla nelle nostre società; e quando ci fosse è agevole il dire la bella figura che ci farebbe.

Un altro dei pregi di quest’autore è quella profonda conoscenza ch’egli ha dell’uomo interno, o come altri direbbe, dell’uom metafisico. Un’infinità di sentimenti e di affetti, un mondo di moti quasi impercettibili della mente nostra, e d’idee poco meno che occulte a quelli stessi che le concepiscono, e di voglie talora ombreggiate appena nel nostro cuore, sono da lui stati espressi con una stupenda lucidezza, e spesso involti nel velo di immagini così dilicate e graziose, che ben dimostrano di quanta gentilezza sia capace la Musa brasiliana. Chi volesse conoscere il secreto dell’arte, onde egli seppe dare una