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di serpi e scorpioni. Saremo divorati vivi, perchè un demonio di rinnegato si è fisso in capo di far i suoi sortilegi!...

— Esagerate un po’ troppo, donna Lauriana. È certo che Pery commise un’imprudenza; ma non v’è bisogno di affannarci tanto. Merita una riprensione: ed io gliela darò, e forte. Non continuerà.

— Se lo conosceste com’io, signor Mariz! È un mariuolo, e basta! Potete sgridarlo fino ad arroccarvi; farà ancora peggio per dispetto!

— Preoccupazioni vostre, cui io non partecipo.

La dama si accorse che andava perdendo terreno; e risolse dar il colpo decisivo; ammollì la voce, e prese un tuono piangoloso.

— Fate quello che vi piace! Siete uomini e non avete paura di nulla! Ma io, continuò con raccapriccio, non potrò più dormire al solo pensiero che una biscia può entrarmi nel letto; di giorno, ad ogni istante, mi parrà che qualche gatto selvaggio sia per arrampicarsi alla finestra; che la mia roba sia piena di lucertole di fuoco1! Non ho forze da resistere a un simile martirio.

Don Antonio cominciò a riflettere seriamente a quanto diceva sua moglie, e a pensare ai tanti fastidi, svenimenti e garriti, che sarebbe per produrre il terror panico, giustificato dal fatto del-

  1. È tanta la maligna influenza di questi rettili, che il solo contatto lascia un’impronta rossa, come di scottatura.