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che l’animale di cui parlava, già fosse per saltargli alla gola, e sguainata la spada, si mise in guardia.
La dama, veggendo il movimento dello scudiero, immaginò che la tigre corresse verso la finestra, e cadde in ginocchio mormorando un’orazione al santo protettore contro le fiere.
Passarono in questo modo alcuni minuti; donna Lauriana pregando, e Ayres Gomes aggirandosi sullo spianato come una trottola, per tema che la tigre non l’assalisse alle spalle; il che oltre essere uno sfregio per un uomo d’armi della sua tempra, sarebbe stato anche un danno per la sua persona.
Alla fine, di salto in salto, lo scudiero pervenne a guadagnar di nuovo la parete della casa e ad appoggiarvisi; il che lo tranquillò interamente; di fronte non ci era nemico che valesse ad atterrirlo.
Allora battendo colla lama della spada nel davanzale della finestra, disse ad alta voce:
— Spiegatemi ora che tigre è quella di cui parlate, signora donna Lauriana; chè o sono cieco, o qui non veggo ombra di un simile animale.
— Ne siete ben certo, Ayres Gomes? disse la dama rialzandosi.
— Se ne son certo! Assicuratevene co’ vostri propri occhi.
— È vero! Ma in qualche parte ha da essere!
— E perchè volete a tutto costo che sia qui