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per comprimerne i violenti battiti, fece uno sforzo supremo, e trasse fuori alcune parole che parvero arderle le labbra.

— Ben sai che lo abborro!...

Cecilia non vide l’alterazione della fisonomia di sua cugina, perchè essendo in quel momento arrivata al basso, avea dimenticato la conversazione, e cominciato a sollazzarsi con infantile allegrezza sull’erba.

Ma ancorchè si fosse accorta del turbamento della giovane, e della scossa che avea provato, per certo avrebbe ciò attribuito a qualche altro motivo, all’infuori del vero.

L’affezione che avea per Alvaro, pareale tanto innocente, tanto naturale, che giammai si era immaginata che dovesse un dì mutarsi da quello che era; cioè da un piacere che la facea sorridere, e da un’imbarazzo che la faceva arrossire.

Da quest’amor dunque, se era amore, non potea far stima di ciò che avveniva nell’animo d’Isabella; non poteva comprendere la sublime menzogna, che le labbra della giovane aveano allora proferita.

Quanto a Isabella, temendo tradire il suo secreto, aveasi svelto dal cuore, pieno di amore, quella parola d’odio, che era per lei quasi una bestemmia.

Ma ciò avea preferito, piuttosto che rivelare lo stato della sua anima; quel mistero, quell’ignoranza che avvolgeva il suo amore, e lo ascondeva agli occhi di ognuno, avea per lei una voluttà ineffabile.