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— È tutto lo stesso, da che ti arreca piacere, signora.

— Ma dunque, sclamò la fanciulla in atto d’impazienza, se io ti chiedessi quella nuvola?...

E accennò ai bianchi vapori che passavano per l’aria, ancora avvolti nelle pallide ombre della notte.

— Pery andrebbe a prenderla.

— La nuvola? domandò la fanciulla maravigliata.

— Sì, la nuvola.

Cecilia credette che l’Indiano avesse perduto il cervello; egli continuò:

— Colla differenza, che siccome la nuvola non è della terra, e l’uomo non può arrivarla, Pery morrebbe e andrebbe a chiedere al Signore del cielo la nuvola per darla a Cecy.

Queste parole furono dette con quella semplicità, con cui parla il cuore.

La fanciulla, che avea dubitato un istante della ragione di Pery, comprese tutta la sublime annegazione, tutta la delicatezza di sentimento di quell’anima incolta.

La sua finta severità non potè più resistere; lasciò aprire i suoi labbri a un sorriso divino.

— Obbligata, mio buon Pery! tu sei un amico devoto; ma non voglio che arrischii la tua vita per soddisfare a un mio capriccio; sibbene che la conservi per difendermi, come già facesti altra volta.

— Signora, non sei più in collera con Pery?