I servi irosi generar battaglie,
E le battaglie generaro i servi;
E, come valle piena di amaranti,
Spesso di sangue rosseggiò la terra.
I trïonfati, ahi miseri! tra i sassi
Le sordide lasciando ossa fraterne
Imbianchire a le piogge, amaramente
Esularo: sull’ultima collina
Stettero immoti riguardando a lungo
Salir il fumo da le dolci case,
Poi scesero piangendo: erano carchi
D’un tesoro di rabbia ed esularo.
E tu, Spirito arcano, ivi davante
Invisibile guida ai vagabondi.
Vasta e diversa era la terra. Ardenti
V’eran deserti, ove l’imperio soli
Si divideano due signor crudeli,
Il sol nell’etra ed il lïon sui campi.
V’erano sconfinate ispide lande
Senza stelo di fior, ove non altro
Si udía fra il gelo de le notti eterne,
Che il pigro moto di mal vive forme
E il crepitar dei galleggianti ghiacci
Per l’onde irremëabili del polo.
V’erano steppe inospitali e meste
Per contrade di pietra o consolate
Dal profumo dell’erbe, e assiduamente
Visitate dal nembo. Eranvi amene
Curve di golfi, ove piovean dall’alto
L’olezzo e i fior dei ventilati cedri;
Ove farfalle d’iride vestite
Amoreggiavan le bromelie; e biondi