Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/73


le prime storie. 33

De lo infermo Serraglio.
                                        Allor dal colle
Di Carpenísi al lume de la luna
Il martire di Suli intemerato2
Vide le tende biancheggiar dell’oste;
Nè le contò il. magnanimo; la morte
Vide aspettarlo ne la valle, e scese
Tremendo e lieto ad incontrarla: i fieri
Suoi convitò ducento Palicari
A banchettar dopo la strage in cielo;
E tennero l’invito.
                                   Allor, fra il lutto
Di Missolungi, dall’estremo amplesso
De la tua sospirata Ada diviso
Per tanta onda di mar, l’alma due volte
Immortale spiravi, addolorata
Del dolor di due popoli, cantore
D’Aroldo, all’urna d’Albïon lasciando
L’ossa e i poemi al mondo.3
                                                  E tu cadevi
Povero, ignoto e solo, inclito fiore
D’Allobrogi, Santorre; e la caverna
D’un’isoletta di Messenia bevve
Il sangue tuo. Piangete, itale Muse!
Egli, bandito dal nativo ostello,
Ramingo illustre invidïò sovente
Al pan del mandrïano, ed or tre sassi,
Romiti, da straniera onda corrosi,
Copron quel core, che sofferse tanto.
     E tanto amò. Piangete, itale Muse!4
Allor non già sugli odorati paschi
Dai sacri rivi dell’Alfeo lambiti,
Ricinte di conifero la negra