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a te. | 495 |
Perchè in quell’ora, cui ridir non vale
Niun canto di mortale,
Lo spirito vital de la Natura,
Che germina e matura
Dalla spiga all’estrema nebulosa
Ogni creata cosa,
Tutto m’involse, e mi trovai sommerso
Nel cuor dell’Universo;
Dove passando fra le arcane feste
D’un’Eleusi celeste
Suoni io cogliea pei tremuli zaffiri
Di baci e di sospiri;
Per l’ocëan degli esseri io sentìa
Piovere un’armonia
D’anime e d’astri, e su ne la infinita
Sorgente della vita
Fervere l’opra della eterna Idea
Che infaticabil crea
. . . . 1878.