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steri è governata. — Il 25 luglio del 1570 l’esercito turchesco imprese l’assedio di Nicósia. — Tentati invano dagli infedeli quindici assalti, il 9 settembre 1570 entrarono per le breccie: — quindicimila persone a fil di spada: il resto schiavi. — Una cometa n’avea minacciato ai superstiziosi la rovina. «Una nave fra le altre (scrive il Sagredo — Monarchi Ottomani) destinata a rallegrare il Sultano, contenea pretioso carico, et il trascelto delle bellezze di Cipro in alquante nubili donzelle. Arnalda di Roca più degna di corona che di catene, libera di animo, sebben schiava di corpo, vedendosi captiva con l’altre, condannata a satiare, dopo la crudeltà, anco la libidine ottomana, infiammatasi di generoso risentimento, accese la monitione che con ardore più vorace dei Turchi la nave con tutto il bottino incenerì. Diè fuoco al rogo dell’estinta patria per rinascere qual Fenice alla gloria del Cielo. Et fu questa l’ultima fiamma dell’esequie della capitale di così fiorito regno.»

(2) Nicósia, città fra le prime di Cipro, sta in mezzo alle terre nel vasto piano di Mezzarea, lontana dal mare ventiquattro miglia dalla parte di Salines, quindici da quella di Cerines. È divisa dal fiume Pedeo ingrossato per molti ruscelli delle vicinanze, passato da vari ponti. È circondata tutto intorno da monti che s’innalzano fino a quello di Santa Croce, il più sublime di tutti, uno dei quattro Olimpi, villeggiature degli antichi Dei. È munita di mura all’intorno con terrapieni, fosse. sortite; è forte di undici baluardi reali, uno dei quali era chiamato Costanzo. Bella di palazzi all’italiana, di piazze, di monumenti, di chiese, fra cui la maggiore Santa Sofia, edifizio gotico- bizantino, opera di Giustiniano, ora moschea; e San Domenico, ove stanno i sepolcri di molti principi della casa di Lusignano. - Illustre per nobiltà non ignava, in mezzo alla quale eminenti i conti di Roca, e di Carpasso, i signori di Said e di Suro.

(3) Elena Paleologa, figlia del despoto di Morea, fu moglie a Giovanni II re quattordicesimo di Cipro (1432). Questa feroce donna ingelositasi di Maria di Patras, la più bella dama dell’Arcipelago, favorita del re, le fece cincischiare il naso e gli orecchi; e costrinse Giacomo figliuolo della povera Maria e del re, alla chierca. — Poscia maritò la propria figlia Carlotta a Giovanni secondogenito del re di Portogallo, e siccome il genero non secondava le sue mire, ella se ne sbrigò col veleno (1456).

(4) Jano I (1403) terzodecimo re, fu così chiamato perchè nato a Genova, mentre suo padre Giacomo I era ivi prigione. Libe-