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un’ora della mia giovinezza. |
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Cadmici solchi sursero due schiere
Di battaglieri, e cominciâro un bieco
Torneo di sangue. Nuvole di fumo
Ondeggiavan sui colli; e con selvaggia
Eco indefessa ripetea la Chiusa
L’armonia dei moschetti. I due rivali
Si contendean la povertà d’un poggio,
Non bastevole pure a seppellirli;
Ma su quel poggio era il fatal convegno
De la vittoria. A le crüente falde
Vinte e perdute con crudel vicenda,
Simili all’urto di falcate carra,
Tempestavano splendidi e serrati
I criniti dragoni, e la possanza
Degli omerici fanti. Era un deliro
Di rabbia, sì che l’un sull’altro spinti,
I cavalli mordevano i cavalli,
O, via con la criniera irta fuggendo,
Seco rapian per gli eminenti, angusti
Sentier di pietra i cavalier, che pari
A fulminati demoni d’un salto
Nell’abisso cadean. Era di morti
Gremito il tristo anfitëatro. I Marmi
Stillavan sangue. E se con lena inferma
Qualche ferito nuotator fendea
L’onda ansïoso dell’opposta riva;
Feroci cacciator d’in sulle rupi,
Col piombo inesorabile l’emersa
Testa frangean.
Solo fra tanto strazio
Stava guatando immobile un superbo.
Lungo e d’ebano il crin giù per le guance
Pallide; fosco, come il nembo, l’occhio,