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poemetto giovanile. 457

La fantasia, ne’ suoi voli di Fata
Or benigna or crudel, prendea le forme
Del terribile vero.

                                     Essere in prima
In quel tempio credea, dove ai sereni
Giorni pregò. — Su splendido tappeto
Inginocchiato le brillava accanto
Il bellissimo Nello. — Un mar di luce
Diffondeasi dall’ara; e le sublimi
Cupolette indorando e il pavimento,
Sovra il candore del suo vel piovea
E sopra i gigli che le fean ghirlanda.
Un’invisibil mano discorreva
Per gli ebani dell’organo spargendo
Di melodie le profumate vôlte.
Era il dì nuzïal. —

                                     Ma un’oppressura
Tormentosa, una scossa, un incessante
Scalpito a guisa di corsier che fugge,
I bei sogni rubando all’infelice
Mutan la visïone. —

                                     Ecco a rilento
Sollevarsi le lapidi e dal vano
Una nube salir, che tutte quante
Occupò le colonne e le navate.
La paurosa con la man ricerca
L’anello che le fu lungo desio;
Ma l’anello si snoda, e le sembianze
D’una vipera assume, e il bianco dito