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ARNALDA DI ROCA
poemetto giovanile.

A LUIGI CARLI MEDICO

che mi amò come padre
questo canto giovanile
vent’anni sono
dedicai.
dopo tre lustri che è morto
scrivendo di nuovo il suo nome
sento così profondi
l’antico affetto e il dolore
come se l’avessi perduto ieri.



CANTO I.

     O nepote dei dogi, allor che a tarda
Notte ritorni da le allegre sale,
E nell’affaticata alma rïandi
De le cene il tumulto, e i Buoni e i canti,
Ricomponendo nel pensier le molli
Forme, e la stretta de la mano, e il bacio,
Onde furtivo in danza vorticosa
Lambivi il crine de la tua fanciulla:
Mentre dei remi all’uniforme tuffo
Che a la storica tua casa ti mena
La stanchezza ti vince; in quel sopore