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398 | poesie volanti. |
ALLA MARCHESA CARLOTTA PARODI-GIOVO
maritata in Pavan
educatrice di fanciulle.
Quando il festivo Paganesmo empía
Di sane risa i greci campi, corsi
Da nidiate di Satiri e di Ninfe,
D’Olimpia per i prati ampii, segnati
Di piè d’atleti e d’unghie di cavalli,
Sul pomifero ottobre ire vedevi
Fanciulle a bande col paniere in testa
Colmo di frutte, che offeriano all’ara
De’lor facili Dei.
Ecco che arriva
Per me l’ottobre de la vita, e sento
Già farsi i giorni rigidetti e brevi
E approssimarsi l’inamabil alba
Dei Morti; e con dolor tardo m’avvedo
Che non ho frutte da recare a Dio.
Gli anni miei son caduti ad uno ad uno
Come goccie che stillan da la gronda,
Le quali invece d’avvivar la zolla
Mettono a nudo i ciottoli infecondi.
Te beata, che allor quando il Divino
Raccoglitor dell’anime partite
Da questa terra ti dirà: “Carlotta,
Dove son le tue frutte?” E tu, raccolte
A te d’attorno cento giovinette
Che nel cuore ispirasti e nella mente,
Potrai risponder: “Eccole, Signore.”