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394 poesie volanti.

Ne la valle, là giù, quelle notturne
Lampe, color dell’oro,
Che fugan le tenèbre
A la città del Toro,
Immagine tenean d’una funèbre
Adunanza di ceri
Raccolti a pompa di regal mortoro :
Mentre l’onda del Po, che si frangea
A le pile dei ponti,
Coll’ indefesso murmure parca
Salmeggiasse ai defonti.
Il castello straniero
Del Valentino mi porgea sembianza
D’imperial fantasima francese,
Quivi posato con crudel iattanza
Vïolando il confin del mio paese.
E non so come quelle
Lampe parea dicessero: «Borbone;»
Quell’ onde eterne mormorasser : «Roma;»
Da quel castello una beffarda voce :
«Nizza» gridasse. — Tale esser dovea,
Ida, fanciulla cui dal ciel concessa
Fu de lo ingegno la superba croce;
Quell’ ora che da te mi dividea.
          Torino, 25 giugno 1860.

A RE VITTORIO EMANUELE

QUANDO LE DONNE VENETE LO PRESENTARONO D’UN MAZZO.


Venezia ai giorni audaci e glorïosi
     Dall’aurëo vascello