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388 | poesie volanti. |
SEHENSUCHT.
S’io potessi portar meco sotterra
L’amor mio, la mia casa e la mia terra,
Lunge dai ceppi, lunge da gli affanni,
Lunge da questa plebe di tiranni:
Oh, come volentieri oggi morrei,
Quantunque chiuso, qui, lontan dai miei!
E là nell’aurea region dei morti,
Ove non son nè schiavi, nè risorti,
Mi comporrei del mio terrestre eliso
Un paradiso in mezzo al paradiso.
Josephstadt, agosto 1859.
LE DONNE VENETE
che inviano per la emigrazione uno stipo di vezzi.
Barca che passi vigile e furtiva
L’onda fatai del fiume di Virgilio,
Recaci questi vezzi all’altra riva,
Riva gioconda, e pur riva d’esilio.
Colà ci parve udir come un lamento
Di nota voce languida per fame,
Che vereconda dimandasse a stento
La carità d’un obolo di rame;
E noi venimmo rapide col pondo
Lieve di questa piccioletta offerta;
Poi che ci pose a la miseria in fondo
La bieca Signoria che ne diserta.