Infecondi, pelati;
Un filo di torrente
Che striscia fra i giuncheti, e non si sente,
Ove attorta, sui ponti, la ribalda
Vipera al sol si scalda.
Qualche buffala immota
Lorda di mota con la testa bassa
Musando guarda il vïator che passa.
Un branco di selvatici cavalli
Galoppando pei calli
Arsi, solleva a nuvole la sacra
Polve di venti popoli; la polve
Più illustre de la terra.
Ecco i pascoli pingui e le fiorite
Aiuole di Virgilio! ecco i giardini
Dei superbi Latini!
Vedi là quel drappel di vïandanti
Sollecito con l’arme in su le spalle,
Col zaino ai lombi, grave
Di mortiferi piombi,
Fendere al metro di scurrili canti
La solitaria valle?
Quegli son gli assassini
Che tu, sull’alba, ài benedetto, o Pio.
Non dubitar, dimani
Varcheranno i confini.
Ahi! sventura! sventura!
Odo voce ridir, misterïosa,
«Gli Iddii Ben vanno.» Qualche grande cosa
Certo qua giù si muore.
Ritirati, Levita,
Perchè con la tua livida figura
Mi nascondi il Signore!
- Brescia, 15 giugno 1862