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370 canto politico.

De le sue vane e ruggini saette,
Vuol leggere vendette
Fra le linee d’amor del tuo vangelo:
E la città dei sette colli è fatta
La cittade dei sette
Dolor. D’un vecchio infermo
Gravita in testa il pallido triregno,
Al par di tre diademi
Di terror, di vergogna e d’anatèmi.
Il successor di quello
Che presse il piè sul collo umilïato
Del più superbo dei superbi Svevi;
Il successore del levita audace
Che tentò dominar popoli e regi
Dal suo seggio di pace;
Che fra le zone de le triple mura
D’un feodal castello
Tenne tre notti eterne di rancore,
Ignudo i piedi, al gelo de le stelle,
Supplice un alemanno imperadore
Pria d’assentirgli un tiepido perdono
Che gli ridesse il trono;
Il successor di tanti
Inflessibili Santi
Piange e si curva con ginocchia umíli
Davanti a le più vili
Maestà della terra.
Re mendicante cerca
L’obolo da lo illuso o dal tapino,
Onde di poi si merca
Il cavallo e lo stil dell’assassino;
Tal che di Pier la rete
Vôlta è nel limo a pesca di monete.
L’immacolato, il mansueto, il pio