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canto politico. 367

Che nell’urna di Sàntena riposa
La testa glorïosa.
E da quel loco che ti par deserto
Forse non vista or gode
L’anima del veggente
Creata angiol custode
De la novella gente. —
Silenzio! Sorge da le quattro bande
Modulata da innumeri strumenti
La melodia del patrio inno, e pei cieli,
E pei secreti portici si spande.
Sorge il popolo anch’esso e in riverente
Atto scoperto il capo,
Qual per istinto con le mille voci
Intuona una severa
Canzon che par preghiera.
E in un sublime istante
L’anfitëatro in tempio si tramuta.
Ma perchè mai sta muta
In questo giorno la propizia voce
Del sacerdote? ed anzi per la chiesa
Farnetica l’offesa?
Perchè mai la celeste
Religïon de gli avi miei che nacque
Consolando lo schiavo, ora ai redenti
Nipoti maledice
E ne abborre le feste?

XII.

     Ma tu dal mondo col pensier fuggita,
Sazia di vita, con le mani in croce,