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360 canto politico.

L’orecchio, invece, nel silenzio accosta
A terra. Di’: non senti
Lieve lieve dai colli e da le valli
Venir verso Verona
Un suon come di molte
péste uniformi d’uomini, e un confuso
Scalpitio di cavalli?
Oh sono dessi i lungamente attesi!
Senti! senti! Già parme
Da le rapide mura udir le scolte
De l’oppressore tramandarsi il verso
Barbaro dell’allarme —
Veder già parmi pei squarciati spalti
L’impeto de gli assalti; e fiuto l’aure
De la battaglia. Già la morte vola
Da la fulminea gola
Di mille bronzi. Un’ondeggiante zona
D’acre fumo incorona
Ogni castel che lampeggiando tuona.
Con dubbiosa vicenda
Arde pei suburbani
Solchi la mischia orrenda.
De la cittade a le deserte vie
Giungon carri cruenti,
Carichi d’agonie,
Inaffiando di sangue i pavimenti.
Sovra la soglia de le chiuse porte
Qualche ferito qua e là caduto
Sente appressar l’acuto
Brivido de la morte;
E volge il ciglio e l’anima a quel monte
Che gli verdeggia a fronte,
Forse pensando che oltra là, lontano,