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356 canto politico.

Passato a un tratto accese
L’impetuoso spirito francese,
Che impugnato il civile
Vessil segnato da le nove fedi,
Solo e feroce infisse
La lancia inesorabile nell’idra
Tenace del servaggio.
Infurïando scrisse
Dall’alto dei patiboli col sangue
Patrizio gl’immortali
Dritti all’uomo negati; e con la prima
Pietra di strage popolar vermiglia
De la vinta Bastiglia
Incominciò la rapida ruina
De le gotiche reggie.
Un fragore di franti
Ceppi religïosi e feodali
Corse a que’ dì le terre;
E in mezzo a la tempesta de le guerre
Titaniche, e a le lugubri eloquenze
De le torve tribune, a quando a quando
Pareva il tonfo udir de la ferale
Scure di Robespierre.

IX.

     Ma le scitiche rabbie e le tedesche
Levârsi contro all’inclita rapina
Di questa audace novità latina.
Alleate coi turbini, coi venti
E con le nevi de le lande algenti,
Pugnar feroci e false,