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i sette soldati. 321

D’un sotterraneo feodal di Vienna,
Perch’ella in un immondo
Dì fornicato avea con gli eloquenti
Carnefici di Francia in su la Senna.
E non contento all’aulico mercato
Ch’ei fece in vita de le stirpi umano
Rivendute a le Corti;
Prima di scender, celebre esecrato,
Carcerier de le menti, in mezzo ai morti;
Pria d’affacciarsi al giudice divino,
Volle sul fronte suggellarsi il turpe
Marchio dell’assassino.
Sottil velen di perfide promesse
Stillò nel vulgo, il pravo
Fango eccitando dei ribaldi istinti;
E patteggiato con lo scalzo slavo
Il fiorin de la colpa, entro i palagi
De’ lor signori, con l’acuta falce
Scagliò i sedotti mietitori a infami
Saturnali di stragi.
Poscia seduto in su la piazza, in mezzo
A lo sfilar de le funeree ceste,
Con scellerata calma
Ei numerò sopra la sporta palma
Dei parricidi il piccoletto prezzo
De le recise teste.
E l’infelice che tu miri estinto
Vide a que’ giorni ladre
Marre villane trucidargli il padre.
Il sacro capo, simile ad un frutto
Dall’arbore sbattuto,
Rotolò su la terra, e fu venduto.
E forse il cane, al lume de le tetre