Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/357


i sette soldati. 317

La vergine Ungheria.
E dopo molte lune,
La prima volta ei rise. —
Pensò a la madre. Ahi! sventurata. Invase
Fûr le sue case; e apparve in su la soglia
Il giustiziero. La gentil ribelle
Senti infamarsi le patrizie terga6
Dal vituperio dell’austriaca verga:
E odiò la vita. E dato
L’ultimo bacio a le atterrite ancelle,
Sotto la pietra del sepolcro ascose
Le membra vergognose.
E dopo molte lune,
La prima volta ei pianse.

VIII.

     Fra le ruine a lo improvviso, acuto
Un accento sonò: “Sia maladetto
L’imperadore!” - “E sia!”
Interruppe il seduto.
E vôlto il guardo, scôrse un giovinetto
Con sanguinosa mano
Una lancia d’Ulano,
Che genuflesso in atto
Di giubbilo, di rabbia e di preghiera,
La glorïosa antenna
Baciava dell’ungarica bandiera.
Come sospinti da virtù segreta,
Levârsi a un tratto e si abbracciâr. Vent’anni
Di feste insiem gioite,
D’insiem patiti affanni,