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i sette soldati. 307

Volaron le novelle
Crudeli, e dai moravi
Ai campi transilvani
Sorse un gemito d’avi,
Un singhiozzo di madri e di sorelle
Diserte. E cento acuti
Archi di stranie chiese
Brillâr di torce funerali, accese
Per la pietà dei poveri caduti.
Quivi frattanto, senza onor di tombe
Ai venti abbandonata e a la rugiada,
Giacea questa ecatombe
Di servi de la spada.
Essi eran morti udendo il trïonfale
Suon dell’itale trombe,
Beffardo ultimo vale:
Quando che sia risorgeranno al tócco
De le angeliche squille, e forse ancora
A quel subito suono
Dubiteranno d’essere inseguiti
Dall’itala vendetta
Lungo gli eterni liti.
Poi che nè pur la pace de la fossa
A spegnere non val l’odio compresso
Che contro l’oppressor nutrì l’oppresso.

IV.

     Dentro al mio core s’era fatto un grande
Buio. Il più triste spirito dei carmi
Agitava il poëta:
L’italiano esultava, e l’uom piangea.