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292 canti patrii.

Inginocchiati, con le man su gli occhi
Pregavano per voi. Oh! invan sul vostro
Giovin capo, lassù, per lo infinito
Scendean tacite tacite le stelle
La curva del ponente. Il vostro amore
Nulla sapea di tenebre o di luce.

II.

     Ei t’adorava; e tutta volta il regno
Di quel nobile cor ti contendea
Una segreta, povera e potente
Rival, la patria. Le smaniglie d’oro
Di cento braccia profumate e aperte
A un amplesso d’amore, un sol per lui
Anello non valean de le catene
De la misera schiava. Ed una notte,
Mentre confuse tra le assurde fila
De la vagante fantasia sognava
L’Italia e te, che Dio fece sì belle
E colpevoli; ei fu tradito; svelto
A’ lari suoi; cinto di funi. Il carro
Che traea quel magnanimo, passando
Per la tua via, fe’ tremolar i vetri
Del loco ove dormivi. Irrequïeta
Ascoltando balzasti; e poi la greca
Testa celavi päurosamente
Sotto le pieghe de’ fragranti lini,
E quella nota di supremo addio
Che t’invïava il desolato, esclusa
Dai verdi schermi de le tue finestre,
Per l’onde de la bruna aura moría.