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canti patrii. 289

La Penisola bella e il Vaticano
Fossero diventati
Una tomba e un altare,
Nell’azzurra locati
Solitudin del mare.
Pure di quando in quando,
Con aria di sospetto taciturna,
Egli si affaccia, e trepidando osserva
Se qualche cosa si agiti nell’urna
De la povera serva.

VII.

     Oh guarda pur, chè un alito di vita
Par che sollevi il seno
De la immortal sopita:
Par che le torni a rifluire al core
L’antichissimo sangue
Che tutte ancor le volge per le vene
Le nobiltà terrene.
Oh guarda pur ch’ei pare
Da un lieve moto de la mano esangue
Ch’ella vada cercando
Per entro il buio dell’avello il brando.
Però che come Stromboli fiammeggia
Perenne in una breve isola sua,
Tingendo a notte di color di rosa
Il lido, la marina
Tempestosa e le antenne
Di veleggiante prua;
Tal arde incorruttibile, perenne
De la sua vita il lume