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284 canti patrii.



I.

     Nell’ora fredda che previen l’albóre,
Quando la squilla invita a la preghiera
Il vigil cacciatore,
Volan le gru pel cielo in bruna schiera,
Divinando il cammino
Per quel deserto d’aere. Dal silente
Campo, dove già suda il contadino,
Il rauco addio ne sente;
Alza lo sguardo e non le può, vedere,
Però che tra le nuvole e le stelle,
Altissime s’avvían le passeggere
Vêr le povere e belle
Isole egee. Ma pria
Che il sol d’aprile intepidisca il giorno,
Poeta mio, di là rivoleranno
Ai deserti paduli
Dell’ultimo alemanno,
Fedeli nel ritorno.

II.

     Una pioggia di foglie
Aride, brune, mormorando scende,
E a piè del vedovato
Albero si raccoglie;
Il quale i rami fragili protende,