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244 | elegie. |
E mi lasciò così, senza una placida
Ricordanza d’amor, senza un addio.
E a perdonar di molte amare lagrime
Le avevo anch’io.
Nina, ricordi tu de’ nostri celeri
Anni il mattin, quando fioríano unite,
Come tre fide foglie di trifoglio,
Le nostre vite?
Or di lei non rimane altro che l’avida
Tomba e dei canti l’immortal volume;
Quali rimangon d’un augello splendido
Alcune piume,
Che fuggendo lasciò cader per l’aere,
E manifestan col gentil colore
Quanto ponesse in lui l’Eterno artefice
Cura ed amore.
Come al racconto di pietosa istoria,
Letta da malinconica pupilla,
Ad or ad or su la faconda pagina
Piove una stilla;
Così i miei versi, quasi fosser lagrime,
Piovon sul triste foglio, or che t’invio
Questi canti di lei, che troppo giovine
Ascese a Dio.