Ma su in la valle, come in trista reggia
Sempre col dardo vigile sull’arco,
Cacciatrice infallibile passeggia
La morte, e attende gli imprudenti al varco.
Le rondinelle che sfilando a nembi
Riedono a le lor case in Occidente,
Solo che radan di quel loco i lembi,
Come ferite piombano repente.
Vi muor il daino che trapassa a volo,
Vi muor il seme che vi reca il vento,
D’ossa biancheggia il maladetto suolo,
L’aura che ne vapora è un tradimento.
Ode il fragor de’ sotterranei tuoni,
E queto pasce il buffalo selvaggio;
Vede le vampe de’ fumanti coni,
E pasce queto de le lave al raggio:
Ma se un alito sol di quella infesta
Aura lo tocca, esterrefatto mugge,
Agita il pondo de la torva testa,
Vibra la coda e minando fugge.
E pure, Elisa, io so d’un’altra cosa
Di questa valle ancor più desolata:
Cara di fuori, splendida, festosa;
Morta di dentro, e come avvelenata.
E tu sei quella. Io non ò mai veduto
Deserto più deserto del tuo cuore,
Come una tomba devastata muto,
Dove ogni affetto che s’appressa, muore;