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raffaello e la fornarina. 183

Dell’Ideale, appagalo d’amore;
Fa’ ch’ei vegga nell’arco de le nere
Tue sopracciglia un’iride di pace;
E al molle fiato del tuo labbro, i cieli
De la sua fantasia scintilleranno
D’astri non pria veduti.

                                              Affretta, affretta
A colmarlo d’amore. Ahimè! non vedi
Come veloci corrono le fusa
De le Parche, o fanciulla?

                                                  Egli, Signore
Dell’avvenir, non à quaggiù che pochi
Anni contati: e pure il morïente
Spirerà all’opre un’immortal virtude.
Oh! la breve tua man non à valore
Ad arrestar la infaticabil rota
Del tempo. Mira come la barchetta
De la sua vita naviga sollecita
Verso il mistico porto, ed i tre venti
Dell’arte, de la gloria e dell’amore
Ne gonfiano le vele. Ahimè! su quelle
Pinta una fascia si vedrà tra poco
Di lutto, e innanzi a lei chiuderan l’ale
I zeffiri pietosi in suon di pianto.
Da le torri di Roma una funesta
Ora tra poco sonerà per l’ombre
Notturne: e l’amor tuo, l’amor del mondo
Giacerà freddo e giovane. Una siepe
D’accese faci splenderà sui panni
Funerëi del letto; e le tre Grazie
Veglieranno il bel morto. Afflitte note