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raffaello e la fornarina. 181

Pria d’esser freddo cenere nell’urna.
Ma la sua gloria invïerà su quella
Urna ignorata il più gentil dei raggi
A consolarla, e vi farà che spunti
Il fiore eterno de la rinomanza.
La terra avrà l’opere sue; l’olimpo
Il potente suo spirito. Tu sola
Possederai l’affettuosa, arcana
Pöesia del suo core.

                                      Affretta, affretta,
A colmarlo d’amore. Ahimè! non vedi
Come veloci corrono le fusa
De le Parche, o fanciulla?

                                                  Amalo, e serba
Il santo orgoglio di non mai costargli
Una lagrima sola. Egli talora
A te nel grembo poserà la testa
Placida, in famigliare atto söave:
Ma a’ tuoi risponderà vezzi di foco
Apparenze di gelo, a le tue blande
Carezze in vista indifferente e chiuso
In silenzi ritrosi. Oh non crucciarlo!
Lascialo far. Tu romperesti fila
D’idee che ignori; e a te la terra un giorno
Stretta ragione chiederla d’alcuna
Maraviglia perduta. In quello istante
Sappi, ch’ei t’ama, come donna mai
Non fu amata quaggiù. Da quella fida
Culla bëata de le tue ginocchia,
I fantastici voli esso a l’eliso
Spicca dell’arte: e gl’impeti d’amore