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raffaello e la fornarina. 179

L’altra inseguiva, petali viventi
Aggirati dal zeffiro. Le vide
L’altissimo pittore, e a lei rivolto
Che si tacea: “Mira, amor mio, le disse:
La nostra vita fia come la vita
Di quelle due felici vagabonde,
Sempre in mezzo all’april. Sarà un perenne
Inseguirsi d’amore; una perenne
Visita ai fiori de la gioia; sempre
Inebrïati e liberi. L’avara
Felicità, perpetua vïatrice,
Scontri talora un solo istante al mondo,
E se ritardi ad afferrarla, sfugge,
Nè per rimpianti più torna. Quaggiuso
Or tutto odora, tutto canta; l’aura
Che tu respiri, ondeggia ai trilli novi
De gli augelli sposati; è tutta piena
Dell’errabondo polline dei fiori;
L’acque e la terra cantano l’eterno
Epitalamio de la vita; tutto
Ama quaggiù: làsciati amare, o bella.”

     La man timidamente egli le porse
Dal muricciuolo; ed ella lenta lenta
Alzò la sua: si strinsero; e gli sguardi
Lunghe promesse si scambiâr d’amore.
Cadeva il sole; il mormorio d’un bacio
Parve si udisse: e quell’occulto nodo
Stretto in un solitario angol di Roma,
Un giorno lo saprà tutta la terra.