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II.
L’IMMORTALITÀ DELL’ANIMA.
Uns filosofes si parloit |
Dunque m’assenti di venirti a fianco
Nell’esilio, o Maria? Oh, senza fine
Sii benedetta. Ecco partiam, siccome
Svelte a la riva da Aquilon notturno
Due navicelle fragili. Ma dimmi,
Ài conoscenza delle ree marine?
Dimni, sai tu la rada, ove la punta
Volger si debba de le meste prue?
E credi che pel buio aere raminghi
Sempre dato ne fia veder la stella
Benefica del polo, a cui si volge,
Come ad avviso che gli manda il cielo,
L’incerto timoniere?
O mia sorella,
Non paventar di salvamento: sei
Buona; m’ascolta.
Abisso inesplorato
Senza termine è il core. Ivi raccolte
Del lïone le febbri; ivi celate