Sguardo ricerca d’un fedel parente
Che la mercè de la sua vita arrechi
A la tremula madre, e la parola
Del figliuol che non torna. E mentre muore
Così solo e deserto, ode lontano
I vïatori, cui misura i passi
Col domestico suon la cornamusa.
E allor che nei venturi anni discende
A côr le mèssi un orfanello, e sente
Tremar sotto un manipolo la falce,
Lagrima e pensa: Questa spiga forse
Crebbe su le insepolte ossa paterne.
Mutiam dolore. Sull’estremo lembo
De la cerula baia, ove i fastosi
Avi ozïâr nei placidi manieri,
Ermo, bruno, sinistro èvvi un castello.
Quando il corsaro fe’ quest’acque infami,
La päura lo eresse. Ivi da lunghi
Anni una fila d’augurosi corvi
È condannata a cingere volando
Ogni mattin le torri: ivi sui merli,
Fingendo il suono di cadente scure,
La più flebile fischia ala di vento:
Ivi pare di sangue incolorata
L’onda che sempre ne corrode il fondo:
Poi che una sera sul perfido ponte,
A consumare un’opera di sangue,
In sembianza di blando ospite stette
Il Tradimento.5
Vuoi saperne il nome?
O fida come il sol, tu che non sai
Che sia tradire, deh! ségnati in prima