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tutta la valle dell’Indo, come sotto li occhi dei nostri padri invase tutta la valle del Gange. In questo medèsimo istante, sta per avviluppare quel valoroso e giòvine pòpolo dei Seichi, che fu addestrato all’armi dai veterani di Napoleone, come i Maratti lo èrano dalli officiali delli antichi Borboni: e quel pòpolo fu pur dianzi commilitone alli Inglesi nella guerra delli Afgani, e nella semplice e bellicosa sua fede poteva annunciarsi rinovatore dell’incadaverita nazione!1

Qual potenza succederà nel dominio dell’India all’inglese? — Cent’anni sono, quando il sagace Dupleix diveniva nabob del Carnàtico, e il fastoso Bussy abbagliava la corte di Hyderabad e diroccava le avite fortezze dei Poligari, e tutta la penìsola era piena d’armi francesi, e l’Inghilterra, per nulla presaga delli imminenti suoi destini, lasciava l’impresa di darle un esèrcito e un imperio allo scrivano Haliburton e allo scrivano Clive; nessuno avrebbe potuto imaginare ciò che vediamo oggidì. — Li scrittori sciòlgono il quesito sul mappamondo, calcolando quale sia la nazione europèa materialmente più vicina all’India. Ma la nazione che frattanto regna nell’India è l’inglese, ch’è pur di tutte la più lontana. Non è dunque una dimanda questa che si scioglie sul mappamondo e a forza di compasso. Prima dell’Inghilterra il regno dell’India pareva destinato alla Francia, e prima d’essa all’Olanda, e prima ancora al Portogallo. E così la fortuna cieca andò cercando i suoi favoriti di lido in lido, e sempre ben lontano dall’Asia; e forse un giorno potrebbe cercarli di là dall’Atlàntico. Il dominio dell’India seguirà il dominio dei mari.

Tutti li scrittori ripètono che i due colossi europei, il britànnico e lo slavo, si vanno sempre più avvicinando, che dèbbono un dì cozzare su l’altipiano dell’Asia, e che già le produzioni delle due industrie si contèndono li appartati bazari di Chiva e Samarcanda. — Per ciò che riguarda un combattimento fra le due industrie, esso sarebbe troppo ancora ineguale, e non è cosa da ragionarsene per tutto questo sècolo XIX. E per ciò che riguarda

  1. Queste parole èrano publicate nel principio del 1845, prima che si accendesse la breve e sanguinosa guerra che terminò colla caduta dei Seicbi.