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plebi, come men timorose di rinegare la casta, sono men lontane dalle credenze europèe, esse per la minore loro alterezza sono anche più vicine ad appropriarsi l’arte della nostra milizia. Certo, i beni dell’opinione e i frutti della forza pòssono svòlgersi solo nel corso delle generazioni; ma intanto è un aspetto sotto il quale ci fa meraviglia che li scrittori non àbbiano peranco considerata codesta istituzione. Tuttavìa pare che nè per lungo tempo al soldato indìgeno basterà l’ànimo d’affrontare sul campo i temuti Europèi, nè per lungo tempo gliene potrà venire il pensiero: poichè quei frammenti di caste avverse e di nemiche religioni non pòssono così presto fòndersi in qualsìasi unità di fini e di speranze.

Il conte Warren nell’interessante racconto che fa d’una spedizione, in cui prese parte contro un pìccolo prìncipe del Malabar, così si esprime: «Tutti li officiali miei commilitoni èrano adunati sotto la suntuosa tenda della mensa commune; una mezza dozzina di servi poneva, attorno al tronco che sosteneva il padiglione, le tàvole di mògano per quattòrdici convitati. Una tovaglia damascata ne velò la lùcida superficie, che si coperse di bellìssime argenterìe, di coltelli di Londra, di porcellane di Birmingham, di preziosi cristalli, di tutti i vini europèi, di candelabri di massiccio argento. Sopra altre tàvole, nell’altra parte della tenda che era disposta a sala, èrano sparsi come in gabinetto di lettura i giornali di Londra, le riviste, una carta dell’India, una carta del Mysore. A poca distanza, due tende brune vampeggiàvano come due fucine: i cucinieri andàvano, venìvano, affaccendati, grondanti sudore. Alle sette della sera la tenda era splendidamente illuminata, e sedevamo a un pranzo di tre portate, di poche vivande, ma degne d’un Lucullo. Un elefante era destinato a portare la tenda commune: quattro cameli trasportàvano la cucina, l’apparato e i vini.» — Èrano allora in un’òrrida foresta, alla vigilia d’un combattimento. Alla mensa stessa si lesse l’òrdine del giorno per il dimani, e il nome delli officiali che dovèvano guidare l’avanguardia all’assalto d’una disastrosa gola. — «Ci scambiammo attraverso alla mensa affettuose strette di mano, con quel voto d’amicizia, Dio vi salvi. Poi ciascuno