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lenze, minaccevoli alle patrie libertà per le corruttrici influenze che introducèvano, per il repentino disequilibrio nei poteri dello Stato, per quell’innaturale innesto l’una autorità più che regia in una ditta mercantile: laonde Clive e Warren-Hastings fùrono tratti vituperosamente in giudicio, bersagli alle invettive d’ardenti accusatori. Pitt e Fox, in tutto discordi, consentìrono solo in questo, d’interdire ai governatori dell’India ogni ostilità non solo, ma perfino ogni novella alleanza. Il governo venne affidato a lord Cornwallis, che il signorile suo stato e i mansueti costumi rendèvano alieno da ogni avaro pensamento. Ma egli pure, trovàtosi a fronte di Tippoo, successore del valoroso Hyder sul trono di Mysore, fu travolto nel vòrtice della conquista, finì col tòglierli gran parte del vasto suo regno (1792). Sotto lord Wellesley si riaccese la guerra con Tippoo, nuovo Annìbale che indarno cercava nemici all’Inghilterra in Asia e in Europa. Egli sollecitava i soccorsi del conduttiero delli Afgani, Zemaoun, scrivèndogli: « Piaccia a Dio che la nostra sciàbola sgombri l’India da codeste immonde tribù;» e nel tempo stesso chiamava sorella la repùblica francese nemica dell’Inghilterra; s’intitolava il cittadino sultano Tippoo; inarborava inanzi alla sua regia il tricolore e il berretto: invocava le armi di Bonaparte, che gli scrisse dall’Egitto: « Io vengo sul Mar Rosso con un esèrcito innumerèvole, invincìbile; accorro impaziente di liberarti dalla ferrea mano dell’Inghilterra.» Ma la promessa fu indarno: la Francia assorta in una lutta mortale obliò quella remota penìsola, dove un pugno d’uòmini avrebbe bastato a farsi centro di formidàbili resistenze, e dove il suo nome sonava ancora nella memoria dei pòpoli. Wellesley fece espugnare Seringapatàm; il sultano lasciò la vita su la breccia della sua città; Wellesley sgominò la federazione dei Maratti (1803), che spargeva le rapaci sue cavallerìe per tutta la penìsola, e che nella decadenza dei Maomettani pareva promèttere all’India un nuovo regno dei prischi suoi figli. Sotto Wellesley prevalse il principio primamente additato da Dupleix di collocar milizie europèe al soldo dei prìncipi indìgeni, i quali divisi da odii funesti, accerchiati di ribellioni, speràvano abbagliare i pòpoli col fulgore di quelle armi straniere, e pro-