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legi bramìnici, la dottrina potè esercitare per sècoli tutte quelle meditazioni che, non toccando il vietato terreno dei pùblici interessi, contemplàvano l’èssere umano al di fuori dell’esperienza naturale e civile, e sopratutto nella potenza astratta del pensiero; e potè còmpiere quell’immensa elaborazione di filosofie, che ad alcuni pàrvero precèdere, ad altri pàrvero ripètere, tutto ciò che le altre nazioni pensanti vènnero poi divisando. Ma noi crediamo semplicemente che l’identità dei produtti metafìsici nasca dall’identità della forza contemplativa e dall’identità delli argumenti e dei dati, che vèngono a raccògliersi entro la càmera oscura dell’interna riflessione e della scienza a priori.
Un altro campo in cui la società bramìnica diede largo corso all’umana attività si fu quello dell’arte; poichè un suolo fecondo, coltivato da un pòpolo frugale e devoto, tributò nel corso del tempo prodigiosi tesori, con cui ella potè istoriar di sculture vasti sotterranei, trasformare in labirinto di santuarii più d’una rupe di basalto, inalzare in giro di più miglia i sette chiostri di Seringham, elevare sopra legioni di colonne le sette pagode di Mavalipura. Il pòpolo indiano scolpì ne’ suoi templi tutto ciò che aveva contemplato nelle sue astrazioni filosòfìche, e personificato e verseggiato nei grandi suoi poemi. L’industriose plebi intanto, trattando con miràbile agitità e gentilezza di mano li imperfetti arnesi d’un’arte primitiva, sèppero fornire al barbàrico fasto delle caste dominatrici una tale squisitezza di tessuti, di colori, di profumi, di ricami, di gioie, che i tesori dell’India divènnero il sogno delle altre genti della terra. E intanto il pòvero viveva, come ancor vivo, in angusti tugurii coperti di paglia, fra pareti d’argilla che le assidue piogge stèmprano in fango, dove fra l’ardore del ciclo e il lezzo della povertà, male abbeverato coll’aque fangose dei sacri suoi fiumi, divide colla seminuda prole un pugno di riso, sottratto sovente alla messe immatura. L’ùnico suo conforto è nella magnificenza delle sacre sue pompe, nel clangore dei sacri strumenti, nelle notturne illuminazioni, nelle sacre danze delle baiadere, nelle peregrinazioni ai lontani santuarii, e nella coscienza d’aver compiuto in ogni ora del giorno e in ogni