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màrono figli dei primi, e li rappresentàrono parimenti in doppio aspetto di maschi e di fèmine; e ne progeneràrono una tale caterva di numi, effigiati in tanto strani e mostruosi sembianti, raccapezzati come sogni d’infermo da tutto il regno animale, che l’indagatore più sagace e deliberato vi smarrisce ogni filo di discorso. Che se da principio egli dilettàvasi di lèggervi quasi una filosofia figurata e travestita, si trova in fine sommerso in un basso feticismo, che si fa un Dio d’ogni sasso, d’ogni rivo, d’ogni bestia del campo e della selva; onde non può non meravigliare della sinistra e scaltra sapienza, che potè con continua catena collegare le illusioni dei fanciulli e dei selvaggi alla scolàstica astrazione dell’ente, e lasciando quelle a trastullo delle tradite moltitùdini, riservarsi in questa la chiave d’una superba interpretazione.
L’artificiosa unità per tal modo sovraposta a più religioni. distrusse l’antica fortuna di quelle famiglie regnanti, che avèvano congiunto all’uso delle armi i sacerdozii delle credenze primitive. Il sotterraneo lavoro che attraeva a sè le moltitùdini, alienàndole sordamente dal principato, scoppiò alfine in una vasta ruina, nell’eccidio dei figli del sole, che, come si legge nei Purana, fùrono in pena dell’indocilità loro conquisi e sterminati da Brama. Questa guerra delle corporazioni contro il principato sembra cominciasse prima dei tempi d’Alessandro, come si raccoglie da un passo di Diodoro: « quantunque per a lungo corso di tempo la maggior parte delle città abbracciasse lo stato republicano, vi fiorìrono sino ad Alessandro alcuni regni» (II. 11). Ma poco di poi, al tempo cioè di Selèuco Nicatore, il bramino Chanacya abbattè il più potente delli antichi prìncipi, Nanda re dei Prasii, ossìa del Bengala, valèndosi a ciò del venturiero Ciandragupta della tribù dei Maurya, capitano di stranieri assoldati, fra i quali èrano alcuni Greci; poichè, dopo la fortuna d’Alessandro, èrano essi divenuti maestri di guerra alle genti asiàtiche, come i Ventura e li Avitàbile lo di vènnero ai nostri giorni presso le medèsime nazioni. La vittoria di Ciandragupta, o, come lo pronunciarono i Greci, di Sandracoto, segna, sotto il nome del Maha Bali o gran re, un’era principale della dottrina braminica.