Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
ove fu combattuto dal patriziato romano, ministro di più civile e austera religione. Ma nelle Indie il suo dominio si stese largamente: e i suoi pontèfici armati, da Spartemba in poi, regnàrono per molte generazioni1; anzi i riti di Bacco si vògliono supèrstiti anche oggidì nell’India sotto il nome del Dio Siva.
Circa sei sècoli prima dell’era nostra si compiè col braccio di Ciro una rivoluzione religiosa sìmile a quella che Maometto sollevò mille anni più tardi. Il regno sacerdotale dei Medi fu abbattuto dai loro sùdditi Persi, che vòllero, contro quella idolatrìa, ristaurare il culto d’un solo Dio. Essi non lo rappresentàvano sotto forma materiale, ma lo adoràvano a cielo aperto su le vette dei monti, invocando nel suo nome i puri spìriti da lui preposti al governo della visìbile natura. Ciro, nemico d’ogni maniera d’ìdoli, ebbe naturalmente ad amare e protèggere li Israeliti, condutti in esilio da pòpoli idolatri; epperò ritornolli alla patria, e li rianimò alla riedificazione del tempio. Cambise, suo figlio, continuò a perseguitare ogni maniera d’imàgini fino in Egitto 2; ma infine rimase vìttima delli irritati magi della Media. Riàrsero allora con più furore i puritani della Persia, e fècero esterminio dei magi; e ai tempi d’Eròdoto celebràvano solennemente quella memoria di sangue, che rimane segnata ancora oggidì nel calendario dei Parsi. E per avventura fu questo zelo di religione che trasse poi Dario e Serse a provocare le fatali armi della Grecia idolatra.
Codesti bellicosi sacerdozii, che si contèsero in tutti i tempi il dominio dell’Asia, rigurgitàrono o nei giorni della vittoria, o in quelli della sconfitta, entro il seno ospitale dell’India. Che quivi si ricoverassero i magi fugitivi della Media, e vi fondàssero in uno od altro tempo la setta bramìnica, era opinione