Pagina:Alcuni scritti del dottor Carlo Cattaneo vol. II, 1846.djvu/161

sebbene con superficie dieci volte maggiore, l’Italia. Anch’essa ha le sue Alpi, ma eccelse il doppio, e stese da levante a ponente con arco quattro volte più vasto; anch’essa protende fra due mari una catena d’Apennini; l’ìndole fluviale del Gange simiglia a quella del Po; il Bramaputra raffigura l’Adige; la Nerbudda, l’Arno; l’Indo gira intorno alli Imalài come il Ròdano alle Alpi; l’altipiano dei Seichi e di Casmira potrebbe compararsi a quello dell’Elvezia, come quello dei Rageputi al Piemonte, le campagne d’Agra e di Benares alla Lombardìa, la laguna vèneta al Bengala, i monti dei Maratti alla Liguria e all’ Etruria, le lande del Coromandel al tavoliere dell’Apulia, il Malabar alle riviere della Calabria, e l’ìsola di Ceilan, se non giacesse verso levante, alla Sicilia. In pari modo fra i paesi circostanti all’India, l’Afgania potrebbe assimigliarsi per la sua posizione alla Francia, la Persia alla Spagna, il corso navigàbile dell’Oxo, al di là delli Imalài verso la Bocaria e la Chivia, al corso del Reno. — Il clima dell’India è meridionale; la parte protesa fra i due mari è tutta nella zona tòrrida; la valle del Gange ha la latitùdine dell’Egitto, e la somma valle dell’Indo tèrmina in circa al grado dove avrebbe principio l’Italia. La natura provide però che l’India non fosse estuosa come il suo cielo; poichè, oltre alle nevi accumulate su li Imalài, i venti settentrionali règnano tutto il verno, e viceversa l’estate soggiace a venti marini così pertinacemente piovosi, che anche nelle pianure senza fiumi, ma in quei mesi largamente inondate, l’agricultore alleva una fàcile messe di riso. Così un’estate tòrbida e aquosa è necessaria sul Gange a quella coltivazione, alla quale sul Po si richiede il più lìmpido e vivo sole1.

Nelle vaste terre e tra i molti pòpoli dell’India sono antiche le vestigia di varie religioni, intese ad onorare le potenze della natura. Tali èrano le dottrine dei Cabiri, che annunciàvano misticamente un’ ùnica divinità creatrice; e tale era il culto delli astri, che Colebrooke riputò predominante in antico

  1. Vedi: Notizie naturali e civili su la Lombardia. Milano. Bernardoni 1844.