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DELL’INDIA
ANTICA E MODERNA
In onta alle ràpide evoluzioni del nostro incivilimento che fanno ogni nuova generazione tanto diversa da’ suoi padri, sopravive ai nostri giorni nella penìsola indiana un gran pòpolo, o piuttosto una gran famiglia di pòpoli, numerosa di cento e più millioni, su la quale sembra che la mano innovatrice del tempo non abbia forza. Le sue leggi, le scienze, le opinioni, i costumi, li ìdoli, i sacrificii si consèrvano al tutto quali èrano milliaia d’anni addietro, quantunque sia da più sècoli penetrata per ogni parte da genti straniere, e annodata seco loro a ineluttàbile convivenza.
Vico, dopo ch’ebbe scoperto nelle istorie della Grecia e di Roma un procedimento commune, lo riputò principio naturale di tutto il gènere umano; e lo circoscrisse a un ricorso perpetuo d’emancipazioni che dalla omèrica violenza condùcono le genti all’equità civile, onde poi per la curva d’un’inevitàbile corruttela, e quindi d’una recidiva barbarie, s’inàugura una nuova carriera d’emancipazioni. Ma questa sua fòrmula non