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IL LORENZINO
L'arte dramàtica corse a memoria nostra il più strano rivolgimento. Si assalì l'arte antica colle due questioni dell'unità e delle nazionalità. - Ma la prima si rattiene intorno alle forme estrìnseche; e la seconda suppone che alla memoria del pòpolo sia più presente l'oscuro nome nazionale d'Ezzelino o di Cola Montano, che i nomi splendidamente stranieri d'Alessandro o di Maometto. Ma quando si dèvono abbàttere gli steccati che sèrrano il nobil campo dell'arte, non monta con che pòvero mezzo lo si consegna. L'effetto della dìsputa si fu che ora siamo lìberi signori del luogo e del tempo, e che ci sta solo a fronte il senso commune e il cuore umano.
Anche all'Italia è dunque lècito d'avere ambo i gèneri di tragedia.
Il primo era il gènere ideale; la tragedia dal pòpolo, il quale non legge istorie, e conosce solo gli eròi della tradizione, e aduna intorno ad un nome tutto ciò che la imaginazione può raccògliere di valore, di delitti, di sventure , d'ira e d'amore. L'espressione di questa tragedia è naturalmente ambiziosa, ardita, figurata, armònica, sprezzatrice dei modi vulgari; vuole il verso; tende indomitamente alla declamazione musicale. Ma essa degènera primamente in recitativo; poi si