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E ALFIERI | 35 |
Senza speranza io v'ho perduta! In questo
Sentimento è l'inferno.
Ma noi amiamo di sentire da Isabella una dimanda come questa:
Chi dice
A voi che degna di pietà mi sia
Al fianco di Filippo?
Se più gradito
Il muto affetto di Filippo, il suo
Rispettoso linguaggio a me tornasse,
Che l'audace contegno e la favella
Del suo vano figliuol? se la pacata
Ossevanza d'un vecchio...
E colla dimanda cade assai basso anche la risposta di Carlo:
Altro è ben questo!
Allora ... allor perdono! - Io non sapèa
Che voi l'amaste; no 'l sapèa! ... Perdono!
Ma chi precìpita più profondo di tutti è Filippo, il più sospettoso e vigilante dei re, divenuto il più presbite dei mariti, che non s'accorge delle sue disgrazie se non quando le sa tutto il pòpolo:
Dunque l'ùltimo io son ne' miei dominii,
L'ùltimo che lo sappia?
Il pòpolo
Bisbiglia di me?
E nell'idea della imprevista sua disgrazia l'insensibile Filippo vaneggia tosto, come un re Lear:
Lerma, t'appressa! ....
Son io tradito? ....
Hai moglie tu? sei padre?